Mal di schiena: quando la causa reale è l’intestino.
La lombalgia: cause e sintomi
La lombalgia è un dolore che colpisce la zona bassa della schiena (zona lombare, appunto); tale patologia può interessare l’intera fascia lombare, oppure essere localizzata prevalentemente in un lato o nell’altro. E’ un fenomeno molto comune che colpisce oltre il 40% delle persone durante la loro vita.
Quando il dolore lombare coinvolge anche uno o entrambi (nei casi più gravi) gli arti inferiori la lombalgia prende il nome di “lombosciatalgia”, proprio perché il sintomo colpisce anche il nervo sciatico, arrivando, in alcuni casi, ad irradiarsi fino alle dita del piede.
A seconda della durata la lombalgia può essere classificata come:
acuta quando il dolore dura meno di 6 settimane (nota popolarmente come colpo della strega);
sub–acuta se il male si protrae dalle 6 alle 12 settimane;
cronica se supera le 12 settimane.
La lombalgia è caratterizzata da un tipo di dolore, causato comunemente da una lesione muscolare, legamentosa, articolare e discale, che si accompagna a fenomeni infiammatori.
Ma siamo sicuri che la causa effettiva sia propria della schiena? Vi è mai capitato di avere episodi di stipsi (stitichezza), diarrea, gonfiore o tensione prima di un attacco di mal di schiena?
Il ruolo dell’intestino
I visceri addominali e l’intestino, in particolare, non sono sospesi nell’addome, ma sono in gran parte raccolti in un sacco (il peritoneo) che avvolge tutto l’apparato digestivo, seguendo ogni ansa e ogni tratto dello stesso.
Questo “sacco”, attraverso una radice (il mesentere), si attacca alla parete interna della schiena, appoggiandosi proprio di fronte alle vertebre lombari. Il ruolo svolto dal mesentere non è assolutamente da sottovalutare quando si manifestano sintomi di lombalgia. Infatti, la massa del nostro intestino (lungo circa sei metri!) grava interamente sulla zona lombare proprio attraverso la radice del mesentere.
Questa radice è sensibilissima al funzionamento dell’intestino stesso, anche perché altamente innervata. Per cui, in caso di infiammazione dei tessuti intestinali, noto come sindrome dell’intestino irritabile (IBS) [1], il malfunzionamento dell’organo può ripercuotersi sul mesentere.
La tensione intestinale, infatti, può portare a ripiegarsi su sé stessi. Di conseguenza, i muscoli della schiena si irrigidiranno, aumentando il loro tono.
Questo adattamento posturale (posizione antalgica), anche impercettibile, può essere causa nel tempo della lombalgia.
Bisogna, quindi, verificare, in caso di lombalgia, la presenza dei sintomi più comuni dell’IBS, quali:
dolore addominale;
diarrea e/o stipsi;
gonfiore e/o flatulenze.
Il ruolo dell’osteopata nel trattamento della lombalgia/lomboscitalgia.
Iniziamo col dire che l’osteopatia è una terapia olistica che considera l’organismo nella sua interezza.
Nel caso della lombalgia l’osteopata attraverso anamnesi, osservazione, esame obiettivo e test specifici, riesce a riconoscere le cause del dolore.
Il trattamento agisce sulla causa del problema con un approccio globale attraverso tecniche manuali, estremamente delicate, volte a rilasciare le tensioni e spegne così la sintomatologia dolorosa.
In caso di lombalgia (o lombosciatalgia) l’osteopata è in grado di identificare le reali cause del dolore e può intervenire sia a livello viscerale che muscolo scheletrico, correggendo la posizione antalgica e le tensioni addominali responsabili del dolore, con risultati spesso sorprendenti.