L’OSTEOPATIA NELLA CLINICA GNATOLOGICA:
La Gnatologia si occupa di studiare la fisiopatologia del sistema cranio-cervico-mandibolare.
Dunque con il termine “clinica gnatologica” si intende l’indagine e la cura di strutture in relazione, quali articolazione temporomandibolare (le giunzioni tra ossa temporali del cranio e l’osso mascellare inferiore, quindi la mandibola, denominato anche ATM), rachide cervicale, i denti e la lingua.
Da tanti anni, sia in letteratura che nella pratica clinica, la continuità anatomica miofasciale (struttura di tessuto connettivo che ricopre i muscoli) e la convergenza neuronale formano la comunicazione tra le componenti di questo determinato sistema.
Un esempio è il movimento che il rachide cervicale, composto dalle prime 7 vertebre,deve svolgere durante la deglutizione in relazione a quello della lingua e dell’ATM.
Un altro esempio è la convergenza delle informazioni del dolore dell’ATM e del rachide cervicale a livello delle vertebre C1 e C3.
Con questi due esempi motiviamo come le affezioni di una struttura possano riflettersi e coinvolgere un’altra in un meccanismo che potremmo definire compensatorio, rendendo così necessaria la collaborazione tra i professionisti sanitari che se ne occupano.
Ciò si rende ancor di più esigente negli ultimi anni, grazie all’ulteriore consapevolezza dell’importanza di una “mediazione centrale” degli stimoli interocettivi, reinterpretati come le condizioni fisiologiche dell’intero corpo e rappresentando così lo stato fisiologico di tutti i tessuti del corpo, rappresentando così lo stato fisiologico di tutti i tessuti del corpo.
LA DIAGNOSI OSTEOPATICA
L’osteopata, nel contesto della clinica gnatologica, trova la sua collocazione, poiché è definito come il professionista sanitario che svolge interventi di prevenzione e mantenimento della salute, attraverso trattamenti di disfunzioni somatiche non riconducibili a patologie nell’ambito dell’apparato muscoloscheletrico.
La disfunzione somatica si definisce tale in base alla presenza dei segni clinici TART (cambiamento del range di movimento, della trama tissutale, dolorabilità e asimmetria). Si prevede l’insorgenza dei suddetti segni clinici a seguito di processi infiammatori, che vanno sotto il nome di infiammazione neurogena e che danno vita all’attivazione nocicettiva.
La convergenza dell’attivazione nocicettiva e la continuità anatomica può far sì che una disfunzione somatica di una struttura del sistema gnatologico possa coinvolgere e riflettersi su un’altra, andando così ad alterare la sua fisiologia con i segni clinici citati (TART).
La diagnosi di competenza osteopatica non è dunque la patologia delle componenti del sistema gnatologico, bensì la presenza di disfunzioni somatiche che possono essere responsabili di sintomi e di un’alterata funzione delle strutture e che possono essere la predisposizione o la partecipazione al mantenimento di una patologia.
Spesso infatti l’osteopata aiuta ad eliminare quelle “interferenze” che possono limitare l’efficacia delle terapie gnatologiche, eseguendo il trattamento osteopatico in sinergia con la terapia effettuata dagli altri professionisti sanitari coinvolti nella cura, come ad esempio il fisioterapista.
Non solo, la clinica suggerisce che la diagnosi di competenze osteopatica contempli anche il capire quando una disfunzione, o una patologia, di una struttura del sistema stia condizionando la fisiologia di una struttura ad essa collegata e viceversa. Per fare un esempio, si potrebbe capire se un disturbo dell’ATM (disfunzione all’articolazione temporo-mandibolare) stia generando una disfunzione, e se sia responsabile di un cervicalgia o della sua predisposizione. Viceversa si potrebbe capire che una disfunzione somatica cervicale stia generando un disturbo dell’ATM.
Nel gergo clinico si definisce schema discendente quando una disfunzione del sistema gnatologico ne condiziona un’altra del sistema muscolo-scheletrico. Si definisce schema ascendente l’evento contrario.
Questo quadro è amplificato dalla richiesta di una ricerca clinica nella correlazione tra occlusione e postura fino ad arrivare addirittura ad ipotesi di relazione tra presenza di scoliosi e disordine dell’ATM.
Quando parliamo di postura o di alterazioni di forma della struttura rachidea (ipo/iper cifosi e lordosi, atteggiamenti scoliotici), abbiamo a che fare con la predisposizione congenita dell’individuo e con aggravanti multifattoriali che rendono clinicamente molto critica la ricerca di correlazione degli atteggiamenti posturali con il sistema gnatologico, soprattutto se la diagnosi è basata solo sull’esame clinico, in caso di assenza di esami strumentali. Per questo motivo si dovrebbe continuare a ricercare nella competenza osteopatica la relazione con la funzione delle strutture, o meglio tra le disfunzioni somatiche, piuttosto che con gli atteggiamenti posturali.
In sintesi la diagnosi osteopatica riconosce le indicazioni e controindicazioni al trattamento osteopatico e fa riferimento anche a competenze mediche e diagnosi di altri operatori sanitari. Conduce una valutazione osteopatica attraverso l’osservazione, la palpazione e i test osteopatici per determinare la presenza o l’assenza di sintomi clinici delle disfunzioni somatiche.
IL TRATTAMENTO OSTEOPATICO:
Gli osteopati eseguono autonomamente il trattamento osteopatico della disfunzione fisica della struttura del sistema gnatologico, ma in presenza di patologia, il trattamento è indicato solo dopo una diagnosi gnatologica medica, in questo caso, in collaborazione con altre istituzioni sanitarie per professionisti.
Oggi la terapia manuale come l’osteopatia, in sinergia con altre terapie, è suggerita e contemplata tra le prime scelte.
I sintomi più comuni per i quali si richiede l’intervento osteopatico nel lavoro di un’equipe sono:
- carivalgia
- brachialgia
- cefalea muscolo-tensiva
- vertigini
- acufeni
- algia facciale
- dolore o rumore di un alterata funzione dell’ATM
- dolore e/o alterata funzione nella masticazione o nella deglutizione
Spesso viene chiesta la consulenza osteopatica anche in assenza di sintomi, nel contesto della prevenzione primaria o nel coadiuvare la cura ad opera di altri professionisti sanitari.
Quindi cosa è l’osteopatia?
L’osteopatia è definita come un insieme di tecniche terapeutiche manuali atte a curare e prevenire la disfunzione fisica e il sovraccarico adattativo dei meccanismi compensatori che la generano e la mantengono. Deve quindi ridurre nei segni clinici sia le disfunzioni somatiche del sistema gnatologico sia quelle dell’intero sistema muscolo-scheletrico con il quale le disfunzioni del sistema gnatologico possono essere relazionate.
La terapia osteopatica è quindi applicabile alle malattie dell’apparato locomotore e a quelle patologie ed effetti ad esse associati, al fine di ottimizzare la funzione fisiologica delle varie componenti dell’apparato corporeo tra loro e con gli altri apparati: strutture scheletriche, miofasciali e i relativi elementi vascolari,linfatici e neurali.
Questo tipo di trattamento si avvale anche di consigli sullo stile di vita, sull’attività fisica e sull’autogestione dell’organismo, al fine di migliorare lo stato di salute, sia nel contesto del recupero funzionale sia nel contesto biopsicosociale.
Ringraziamo i professionisti di Fisioterapia Italia, che ci permettono di imparare, di prevenire e curare qualsiasi patologia.
FONTI:
https://www.fisioterapiaitalia.com/blog/osteopatia-clinica-gnatologica/