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LE CEFALEE:

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LE CEFALEE:

Le cefalee, termine medico che comprende oltre 200 tipi di mal di testa , sono tra le patologie più frequenti del genere umano. Si distinguono generalmente in forme primarie, le più diffuse e senza causa organica, e in forme secondarie, relative a patologie anatomiche.

 

Analizziamo le più diffuse, che includono emicrania, cefalea di tipo intensivo e la cefalea a grappolo.

 

  L’EMICRANIA

L’emicrania è una malattia neurologica e rappresenta la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante; predilige il sesso femminile, raggiungendo il massimo della sua prevalenza nella quarta e quinta decade di vita, ovvero nel periodo di maggiore  produttività lavorativa e sociale.

Questa malattia è un processo multifasico sequenziale: può comparire già 24 ore prima del dolore con sintomi vaghi come stanchezza, irritabilità  o particolare appetito per i dolci, per poi sfociare nell’attacco vero e proprio, che dura dalle 4 alle 72 ore. In questa fase si somma un dolore severo, uni o bilaterale, e un corteo di sintomi comprendenti nausea molto intensa, vomito e fastidio per luci e suoni. 

Nel 30% dei soggetti la fase dolorosa è preceduta dalla cosiddetta aura, un sintomo neurologico focale (disturbi al campo visivo, alterazioni della sensibilità) che dura mediamente 20-30 minuti, dissolvendosi poi con la fase dolorosa.

La terapia di prevenzione si inizia quando il soggetto presenti almeno 4 giorni al mese di emicrania disabilitante: è una cura di 4/6 mesi e si considera efficace quando si ha una riduzione della frequenza degli attacchi di almeno il 50%

 

  CEFALEA DI TIPO TENSIVO

La cefalea di tipo tensivo è la cefalea più diffusa e viene distinta in forma episodica ( meno di 15 g al mese) e cronica (più di 15 g al mese). Anche questa forma colpisce prevalentemente il sesso femminile, con una insorgenza intorno ai 30 anni. 

La cefalea di tipo tensivo viene anche distinta sulla base della presenza o meno di dolorabilità dei muscoli pericranici.

Il dolore è solitamente compressivo-costrittivo, bilaterale nella maggior parte dei casi; l’intensità solitamente è sopportabile e di grado lievemente moderato. Possono comparire sintomi di lieve fonofobia (intolleranza dei rumori e suoni) e fotofobia (fastidio anormale alla luce)

Questi episodi hanno durata variabile, da minuti a vari giorni. 

Gli individui maggiormente a rischio sono coloro costretti al mantenimento di particolari posizioni corporee e con grande impegno mentale. La mancanza di sonno è sicuramente un alto frequente fattore scatenante.

I farmaci più utilizzati per l’attacco, oltre al paracetamolo, sono i FANS, e in primo luogo l’ibuprofene, il ketoprofene e il naprossene.  Sono farmaci disponibili senza prescrizione medica e che possono essere assunti tempestivamente dal paziente, riducendo così il dolore e la progressione del disturbo.

 

  CEFALEA A GRAPPOLO

La cefalea a grappolo è una malattia prevalentemente del sesso maschie, distinta anch’essa in forma episodica e cronica. E’ considerata il dolore più atroce sperimentabile da un essere umano, comparabile al dolore del parto. La distribuzione per fasce di età mostra un picco ai 20 anni per la forma episodica, e picchi nelle fasce di età 50/60 per la forma cronica.

Questa malattia è caratterizzata clinicamente da una particolare periodicità, con l’alternarsi di periodi attivi, definiti grappoli (durante i quali compaiono gli attacchi) e di fasi di remissione di assoluto benessere. 

Nella forma episodica i periodi  attivi hanno durata variabile, e la cadenza dei grappoli è in genere annuale o biennale. Nella forma cronica invece i periodi attivi hanno una durata superiore all’anno, con periodi di remissione inferiore a 14 giorni o nulla.

Gli attacchi sono caratterizzati da un dolore estremamente severo, rigorosamente unilaterale, prevalentemente nella regione orbitale, con una durata variabile da 15 a 180 minuti. L’attacco è tipicamente associato a una ricca sintomatologia neurovegetativa: lacrimazione, arrossamento oculare,ostruzione nasale,sudorazione facciale o edema palpebrale.

Nonostante i numerosi studi non c’è ancora un’univoca interpretazione sull’origine di questa cefalea. Esistono però terapie per l’attacco e terapie di profilassi. 

Lo scopo della terapia di profilassi è di ridurre la frequenza delle crisi di dolore, sia nella forma episodica sia in quella cronica: tra i farmaci più indicati troviamo il verapamil a dosi variabili.

Per l’attacco invece il farmaco di prima scelta è il Sumatriptan per via sottocutanea, efficace nel 90% dei casi.