Approccio osteopatico alla coxartrosi
L’artrosi è una patologia degenerativa che consiste nel danneggiamento progressivo della cartilagine (osteoartrosi). Con l’alterazione dello strato cartilagineo, i segmenti ossei delle articolazioni, non avendo più uno strato protettivo entrano in stretto contatto evocando dolore articolare. Il meccanismo reattivo del corpo allo “sfregamento” tra le superfici ossee è la produzione di materiale osseo, gli osteofiti, nelle superfici articolari. Gli osteofiti porteranno a una limitazione importante del movimento.
L’osteoartrosi rappresenta la più frequente tra le patologie muscoloscheletriche, in crescita negli ultimi decenni, specialmente in relazione all’aumento della durata della vita, dopo traumi, interventi chirurgici articolari e della prevalenza di fattori di rischio associati come l’incremento ponderale fino all’obesità.
Le articolazioni più frequentemente colpite sono principalmente quelle soggette al carico:
artrosi ginocchio,
artrosi anca,
artrosi caviglia,
artrosi colonna,
artrosi spalla.
L’artrosi dell’anca, chiamata anche coxartrosi, insieme a quella del ginocchio (detta gonartrosi), è la sede più colpita, probabilmente perché sono articolazioni in costante carico, che subiscono il peso del nostro corpo.
La coxartrosi si divide in:
Artrosi primaria: sarebbe la forma idiopatica, che inizia in forma prevalente dopo i 60 anni e interessa soprattutto il sesso femminile.
Artrosi secondaria: è una forma di artrosi che è stata favorita dalla presenza di un trauma o di una patologia come la displasia dell’anca che avrebbero favorire l’instaurarsi di questa condizione.
Il decorso della coxartrosi è molto lento e si passa da una fase asintomatica dove il dove il danno cartilagineo è agli inizi ad una fase sintomatica dove il dolore non è costante ed è difficile che corrisponda a una posizione o a un movimento ben specifico, tanto che difficilmente induce il paziente a recarsi dall’ortopedico per una visita di controllo, per arrivare infine ad una fase sintomatica conclamata. Sono presenti i sintomi quali dolore all’anca e rigidità articolare.
Con il passare del tempo si instaura così una compressione e conseguente minore mobilità dell’articolazione che porta alla diminuzione di cartilagine e che provoca il tipico dolore artrosico.
Valutazione e trattamento osteopatico.
Come in tutti i trattamenti, anche per il l’artrosi dell’anca, l’osteopata inizia con una valutazione molto accurata, che consiste in:
Anamnesi.
Osservazione.
Test attivi.
Test passivi.
Uno dei principi dell’osteopatia è l’UNICITÀ DELLA PERSONA quindi vengono poste delle domande specifiche al paziente per indagare tutti i segmenti corporei con l’obiettivo di valutare ed individuare un percorso terapeutico a misura. La fase di anamnesi non riguarda soltanto la patologia ma indaga lo stile di vita del paziente, le sue abitudini alimentari, l’attività fisica e lavorativa che svolge. Si indaga su patologie pregresse ed apparentemente poco connesse al motivo del consulto. A volte i pazienti rimangono stupiti dalla quantità di domande che vengono fatte e si chiedono a cosa serva sapere, per esempio, se il sistema digerente funziona bene quando il motivo della visita è la coxartrosi.
Perché la valutazione osteopatica per la coxartrosi non si limita alla zona dell’anca e del bacino?
Il bacino è composto da molte strutture anatomiche, connesse tra loro da vasi sanguigni, tessuto connettivo, fascia, tessuto muscolare e nervoso. Quindi basta anche solo una di queste strutture a presentare segni di sofferenza, che probabilmente anche le altre potrebbero essere coinvolte.
Durante le sedute osteopatiche vengono valutate non solo le strutture muscolo-scheletriche, ma anche le strutture viscerali connesse direttamente e indirettamente con il bacino (ad esempio colon, intestino, apparato ginecologico ecc e tutte le strutture ad esso collegate) che potrebbero influire sulla coxartrosi.
Inoltre l’osteopata andrà a osservare la postura, andando a valutare quanto le afferenze dell’apparato visivo ed occlusale possano andare ad incidere sulla sua postura ed indirettamente sulla sua problematica. In questo caso si andrà a collaborare con degli specialisti per andare ad ottenere risultati migliori.
Con l’approccio osteopatico mirato alla globalità del paziente si ottengono ottimi risultati sia sulla sintomatologia che sulla funzionalità. Facendo ciò si può anche ipotizzare a rimandare il più possibile un eventuale intervento chirurgico o anche eliminarlo del tutto.